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Maggio

Aggiornamento: 23 apr 2023

La natura profuma, canta e si espande. L’amore che coinvolge tutte le creature si respira nell’aria, insieme a un’atmosfera festosa quasi inspiegabile, ma tangibile. E’ maggio, che deve il suo nome a Maia, feconda e prospera divinità romana associata al risveglio della natura nella stagione primaverile e alla quale era dedicato proprio il primo giorno del mese. Ma maggio, secondo alcuni, deriverebbe anche da Maius, Maiestas, maiores, che indicano la maggiore età di questo mese in cui la primavera non è più fanciulla acerba, ma donna adulta, matura, piena.

E’ un mese che fin da tempi antichissimi fu dedicato alla Grande Madre e il motivo dell’associazione con lei è facilmente intuibile. Tutta la natura ci parla di un’energia femminile molto forte in questo periodo dell’anno, dove l’amore, la vita e la maternità sono elementi portanti di tutto il creato.

madre natura

Dalla Grande Madre si passò in epoca romana a Maia, anche conosciuta come Bona Dea, Fatua o Fauna. Era casta e severa e veniva descritta come una donna vestita con abiti lunghi e un serpente nella mano sinistra levata. Nei suoi templi era esclusa la presenza maschile e fu chiaramente una prefigurazione della Madonna cristiana alla quale ancora oggi è dedicato il mese.

Essendo il quinto mese dell’anno, il suo numero è il cinque. Nel mondo esoterico, dunque, l’associazione con il pentagramma, la stella a cinque punte, è inequivocabile. Esso rappresenta figurativamente la perfezione umana, com’è noto dal disegno dell’uomo vitruviano di Leonardo, ma anche quella dell’universo, in quanto a ogni punta sono associati gli elementi del mondo naturale e spirituale: acqua, aria, terra, fuoco ed etere. Per questo il cinque è simbolo di vita universale, di individualità, della mediazione tra terra e cielo, ma rappresenta anche l’attività positiva che porta all’evoluzione. Talvolta questa attività può tendere al suo opposto, quindi al negativo e all’involuzione. In alcuni testi antichi, il cinque è associato anche alla dea Venere, che in origine era assai diversa da come siamo abituati a conoscerla.

venere

Ella era infatti una divinità legata alla generazione della vita e al rinnovamento, e ogni primavera riemergeva dalle acque del mare portando fioriture, crescita, bellezza e gioia nel mondo. Era talmente bella e sensuale che tutti volevano che rimanesse per sempre a benedire i grembi delle madri e il ventre della terra. Non è quello che facciamo anche noi quando la Primavera esplode in tutto il suo tripudio di colori, profumi, suoni ed energie?

Già nei mesi scorsi abbiamo visto come la Primavera, che ormai è al suo culmine, sia resurrezione della vita universale. L’energia di questo periodo è paragonabile a quella del mattino, ha l’oro in bocca, è piena di magnificenza. In Primavera si ripete l’atto primordiale della creazione cosmica.

Proprio in virtù di questo sentire ebbro di gioia e gratitudine, i primissimi giorni del mese sono sempre stati dedicati alla celebrazione della natura. In queste feste estatiche ed euforiche i veri protagonisti erano i fiori, le piante e gli alberi e tanti erano i riti collegati alla battaglia simbolica tra l’Inverno e la Primavera, con la vittoria di quest’ultima. Ma in questo periodo era tempo di festeggiare anche l’unione del maschile e del femminile nello hieros gamos, le nozze sacre. In tempi ormai lontani da noi, venivano scelti dalla comunità due fanciulli che avrebbero rappresentato le due divine polarità, il Dio e la Dea, e avrebbero intrecciato e unito i loro corpi nelle sacre celebrazioni di Beltane. (Puoi leggere anche l’articolo “Beltane, Floralia e Calendimaggio: tre nomi per una sola festività“).

nebbie di avalon nozze sacre

Foto tratta dal film “Le nebbie di Avalon” (2001) rappresentante la scena delle nozze sacre.


Non era un rito unicamente carnale, come lo definiremmo erroneamente oggi, ma racchiudeva in sé simbologie importanti, cosmiche e di grande valore per l’intera comunità, laddove la sessualità non era considerata peccaminosa, ma sacra ed estatica unione dal sapore profondamente spirituale.

Una diceria popolare vuole che questo non sia il periodo adatto ai matrimoni, nonostante fosse proprio a maggio, con la festività di Beltane, che i Celti si univano in matrimoni della durata di un anno. Pare, infatti, che chi si sposi in questo periodo sia destinato all’infelicità: “sposa maggiolina presto vedovina”, recita uno dei tanti proverbi dedicati all’argomento. Si attribuisce questa credenza al fatto che per i Romani questo momento dell’anno era dedicato, oltre che ai già citati Floralia, anche ai lemures, gli spiriti di coloro che erano morti precocemente, non sposati e senza figli. Era considerato pertanto di cattivo auspicio sposarsi in un mese in cui si ricordavano queste anime tormentate.

matrimoni maggio

Tuttavia, trovo altamente probabile che tale proverbio derivi dal cristianesimo: proprio in vista delle unioni estatiche ed ebbre di piacere di questo mese che si celebravano liberamente tra uomini e donne che veneravano Madre Natura, la nuova religione vedeva come peccaminosi e demoniaci i matrimoni celebrati a maggio, pertanto li bandì, marchiandoli come infausti e sfortunati.

Altra celebre usanza legata a questo mese e alle celebrazioni dedicate alla Natura c’è quella del Palo di Maggio, attribuita alle popolazioni germaniche giunta in Italia con le invasioni barbariche. Per questi popoli l’albero assumeva un ruolo importante, e i riti che lo riguardavano si innestarono su quelli riguardanti la dea Flora romana. Per queste popolazioni il cosmo era simboleggiato da un albero che racchiude in sé la ciclicità della vita, la fecondità e l’immortalità. Nella notte fra il 30 aprile e il 1° maggio gruppi di giovani si recavano nei boschi a procurarsi un tronco per poi piantarlo nella terra, piazza principale del paese o davanti alle case delle autorità. Si legavano sulla sua sommità nastri colorati, fiori e frutti, e poi si effettuava una danza circolare intorno a esso. Quella del Palo di Maggio è una tradizione con chiari rimandi alla riproduzione, dove il tronco è il sesso maschile che penetra la terra, elemento femminile, per fecondarla e dare inizio a un nuovo meraviglioso ciclo vitale. Il rito, inoltre, aveva come protagonista l’Albero Cosmico, l’Albero della Vita.

albero di maggio

Come si è già detto, l’impronta pagana delle celebrazioni di Calendimaggio non riceveva l’approvazione della Chiesa, che fin dal Medioevo tentò di limitarne gli aspetti più licenziosi o addirittura mutarlo in festa cristiana. Siccome i fedeli non si adeguavano facilmente al nuovo culto, istituì con la Controriforma la figura della Madonna come regina di Calendimaggio e di tutto il mese.

Per il calendario Celtico Ogham il 13 maggio si entrava nel mese dedicato al Biancospino, albero dalle forti valenze magiche e collegato al mondo fatato.

biancospino

Per questo motivo, era vietato tagliarlo, ma i suoi rami, a cui si attribuivano poteri apotropaici e che si appendevano agli usci, potevano essere recisi solo la mattina di Beltane, quando le fate erano più ben disposte verso gli uomini che non avrebbero abusato della loro benevolenza. Il biancospino era considerato anche protettore dei matrimoni.

Gli animali del mese sono le api per la loro importante azione impollinatrice e gli uccelli canterini, in particolar modo l’usignolo, simbolo della gioia e della quiete spirituale.

A maggio, infine, principia il segno zodiacale dei Gemelli, l’ultimo del cosiddetto Interludio Superiore, costituito insieme all’Ariete e al Toro. Segno d’Aria, simboleggia tutto ciò che è volatile, leggero. La caratteristica principale del Gemelli è quella della duplicità, della compresenza degli opposti; maschile e femminile, tenebra e luce, interno ed esterno. Chi nasce in questo segno è spesso contraddittorio e rispecchia le energie di Mercurio, messaggero degli dèi, giocondo e comunicativo. E il Gemelli è fortemente espressivo, è un maestro nell’arte della comunicazione. Le sue attività più amate sono spesso quelle cerebrali e gioconde.

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Copyright immagine: fredmantel


D’altronde il periodo chiede a tutti noi di essere espressivi: espressioni materiali dello Spirito, ma anche comunicativi: siamo portati per natura a riprendere con maggiore insistenza una vita sociale, ci espandiamo e ci apriamo con maggiore facilità, dopo i più solitari e introspettivi mesi invernali.

Buon giocondo, fertile e prospero maggio a tutti.


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