“Per San Valentin, la lodola fa il nidin”, recita un antico proverbio veneto.
Anche quest’anno siamo giunti alla festività intitolata a San Valentino, dedicata agli innamorati, dove protagonisti sono gli scambi di regali ed effusioni all’interno della coppia. Al di là dell’aspetto commerciale della festa, c’è una ragione antica che vale la pena riscoprire dietro questa usanza ormai ben radicata nella nostra cultura.
La saggezza popolare attribuiva alla metà del mese di febbraio le caratteristiche tipiche dell’amore, dell’innamoramento e della procreazione. La Primavera, stagione degli amori, è nell’aria e questa atmosfera invita le coppie di tutto il Creato a gettare le fondamenta per la nuova vita. Gli animali si lasciano andare ai corteggiamenti, gli uccelli iniziano a spargere per le campagne i loro canti d’amore e sui rami degli alberi è un gran viavai. Si cerca il luogo giusto per costruire il nido, ricettacolo di nuove nascite che giungeranno a breve.
Il sole si fa tiepido, scalda il terreno ed ecco sbocciare le pallide primule, i bucaneve d’alabastro e i lucenti narcisi. Delicate come ali di farfalla, fanno la loro comparsa anche le violette, insieme ai dolci fiori del mandorlo e del nocciolo. I primi boccioli si schiudono e il vento ne sparge i pollini, affinché possano originare nuove piante, nutrire gli insetti e la terra.
A fiorire e fruttificare per prime sono quelle piante che più di ogni altre possono dare nutrimento alle creature che hanno affrontato il rigido inverno, conferendo loro vigore e forza per dare inizio alla nuova vita.
La Natura tutta si risveglia dal sonno e lo fa poco a poco, quasi non ce ne accorgiamo, ma il suo ridestarsi è costante e culminerà ad aprile, quando saremo in grado di percepire in modo più vistoso la fanciulla Primavera mentre sfoggia i suoi abiti migliori.
E San Valentino, non a caso, cade sotto l’influenza del segno zodiacale dell’Acquario, visionario, innovativo, generoso. Dagli astri giunge a noi questa energia che reca con sé estro creativo e abbondanza proprio nel momento in cui esse servono. Tutto è un cerchio che pare architettato da una mente cosciente, sincronizzato meglio dei più sofisticati meccanismi. Ogni cosa è equilibrata in maniera perfetta.
Non stupisce, dunque, che questo giorno sia dedicato a un sentimento puro, vitale e dalla forza incredibile.
Se ci fermassimo a contemplare i cambiamenti che la Natura attua intorno a noi, potremmo facilmente renderci conto dell’abbondanza di Amore che ci avvolge, una quantità che non siamo soliti notare quando ci identifichiamo solo nei nostri pensieri, programmi, faccende.
Ho parlato della Natura e del suo promuovere la Vita come fosse quasi una creatura umana, un essere dotato di mente, ma in verità non è così. Gli alberi non fioriscono per dare nutrimento ad altri o per lasciarsi ammirare dagli sguardi umani colmi di meraviglia e stupore. I piccoli non vengono messi al mondo per regolare la popolazione di insetti, ungulati e di altri animali. I fiori non sbocciano per fare un favore alle api. Queste sono deduzioni nostre, tipicamente umane e fanno parte della nostra (limitata) dimensione. Se guardassimo veramente con gli occhi – o meglio, coi sensi – di Madre Natura, vedremmo solo la spontaneità del donarsi, strettamente connessa con il ricevere. Vedremmo uno scambio continuo, un ciclico arricchirsi reciproco.
Se il Sistema Natura funziona in modo tanto perfetto e impeccabile è perché esso è privo di aspettativa. Non possiede sentimenti, pensieri, congetture… semplicemente esiste, e lo fa senza condizioni. Si autoregola e si autogestisce seguendo le esigenze dettate dal Qui e Ora, non si contamina di “se” e di “ma”. E allora la Terra si inclinerà spontaneamente seguendo un movimento dettato dalla fisica. Il Sole scalderà il suolo senza pensare che per merito suo rinascerà la Vita; non se ne cura, non ne è cosciente. Il terreno farà sbocciare i suoi fiori con naturalezza, ma non si curerà di chi se ne ciberà o di chi li guarderà. Tutto è offerto senza condizioni, come nella migliore raffigurazione dell’Eden e in questo paradiso perfetto, dove ogni cosa si autoregola da sé come per magia, c’è chi dà e chi prende, e chi prende a sua volta dà qualcosa, bilanciando inconsapevolmente ed energeticamente tutto il Creato.
E’ questo l’Amore che la Natura ci invita a scoprire, quello che i greci chiamavano Agape e che è un sentimento superiore, non macchiato da bisogni e aspettative. Secondo Madre Natura, io non fiorisco per far piacere ai passanti; non fruttifico per sfamare altre creature; non scendo come pioggia per irrigare campi e terreni troppo secchi e perciò improduttivi. Secondo Madre Natura, io faccio tutto questo perché sono nato/a per farlo, perché questo è il mio compito, perché è ciò che semplicemente SONO. E va da sé che, naturalmente e senza forzatura alcuna, qualcuno godrà dei miei boccioli teneri, altri si sfameranno dei miei frutti, molti gioiranno della mia pioggia, eccetera.
Ecco che allora anche l’Amore umano può assumere un significato differente, ben più evoluto di quello che conosciamo e al contempo più semplice e naturale. Impariamo ad assecondare l’Energia Vitale del Creato ispirandoci alla Madre Terra e al Cosmo, che sono insegnanti formidabili. Così come accade in Natura, anche la coppia composta da esseri umani dovrebbe fondarsi sul dare e ricevere spontaneo e reciproco, in uno scambio continuo di tesori, talenti, conoscenze… affinché si diventi l’uno/a l’arricchimento dell’altra/o.
Io non ti amo perché tu possa ricambiare il mio amore. Non ti copro di doni per sentirmi importante e farti sentire accettata/o. Non ti coccolo per ricevere attenzioni da te. L’Amore secondo Natura non ha doppi fini, è incondizionato, è un’offerta spontanea di ricchezza condivisa che inizia dall’amare se stessi e dal fiorire e rifiorire del proprio Amore.
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