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Immagine del redattoreMagMel

Grazie, grazie, non so davvero come ringraziarti!

La parola – Grazie – è sicuramente una delle parole più belle del mondo tra tutte le lingue e, la retorica, che retorica non è, direbbe anche – troppo poco usata -. E’ vero, bisognerebbe ringraziare di più. Bisognerebbe ringraziare anche le nostre giornate, il nostro mondo, la nostra vita, non solo le persone e non solo chi ci fa un favore.


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Bisognerebbe anche ringraziare noi stessi e questo davvero lo facciamo solo raramente se non mai. L’argomento che intendo affrontare oggi infatti riguarda proprio quest’ultimo punto.


Molto spesso mi è capitato di aiutare qualcuno oppure di assistere all’appoggio di qualcun altro verso un individuo e, in seguito, di ricevere ovviamente un – Grazie – come risposta. Quello che sottolineo sempre, e voglio farlo anche oggi qui, è semplicemente che quel ringraziamento, in realtà, tali persone, dovrebbero rivolgerlo a loro stessi.

Vedete, quando si cerca, anche inconsciamente, un aiuto, particolari meccanismi energetici si mettono in moto per riuscire a darlo e, se tutto va bene, lo presentano su un vassoio d’argento tramite me (nel mio caso personale) o attraverso altra gente.


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Lo stesso aiuto può però anche arrivare attraverso un libro, un video, una vicenda, una situazione, un animale, anche se in questo caso, lo si riconosce con molta più difficoltà.


Ad essere importante, però, è che quell’aiuto è stato chiesto da chi ne ha sentito il bisogno ed è quindi solo e unicamente merito suo se lo ha ricevuto.

Io, oppure un altro, oppure un libro, oppure una situazione, siamo solo un mezzo. Uno strumento che trasporta il dato messaggio.

E’ perciò piacevole e gentile ricevere il famoso – Grazie – ma, il merito, anche se può sembrare strano, non è nostro. Noi abbiamo semplicemente svelato quello che la persona stava già cercando. Lei si è messa in moto per trovarlo, il lavoro lo ha fatto lei. Le risposte ci sono sempre, basta sondare attentamente.

Come ho detto, sentirsi ringraziare è bellissimo, meraviglioso. Appagante soprattutto. Ma quello che intendo far capire è che è importante ringraziare anche se stessi. Solo così si regalerà alla propria anima un pizzico di vera beatitudine e serenità. Un po’ di sano orgoglio che eleva sempre un goccio di più, senza lasciarci continuamente in una fase come di sottomissione e dipendenza da chi sembra saperne di più.


La matrice, il fulcro della macchina, siete stati voi. La vostra gratitudine deve avvenire, in quanto è una delle forze più grandi dell’Universo, assieme all’amore, ma deve essere rivolta anche verso voi stessi. L’appagamento dovete percepirlo anche nella vostra anima ed esserne lieti e fieri. Noi “aiutanti” (o voi quando aiutate a vostra volta), a confronto, non abbiamo fatto davvero nulla in paragone all’immenso fenomeno che voi avete messo in atto.

Automaticamente vi renderete conto di non sottovalutarvi in quel momento di bisogno. Una piccola connessione che avviene quasi automaticamente. Il ringraziare se stessi è il primo passo che si compie verso l’amare se stessi. Se impariamo, oltre che a ringraziare gli altri, a ringraziare anche noi in modo ovvio e automatico, si creeranno in continuazione, situazioni da dover ringraziare, vale a dire bellissime.

Sentendoci grati e amorevoli nei nostri stessi confronti, emaniamo gratitudine e amore intorno a noi, emozioni che ci ritorneranno indietro come un riflesso. I pensieri hanno il miracoloso potere di attrarre ciò per cui esistono ed è per questo che vi consiglio di rivolgere questi pensieri anche alla vostra parte più intrinseca, a quello che siete. Degli splendidi scopritori che trovano la risoluzione.

Congratulatevi con voi stessi! Abbracciatevi! Fatevi dei complimenti!


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Bisogna ringraziare tutto e tutti.

Un archeologo, o ancor meglio uno speleologo che scopre un’importante e arcaica testimonianza all’interno di un’antica struttura, di una cavità (avvenimento che lo renderà il più grande ricercatore di tutti i tempi, ricco e famoso) deve sicuramente ringraziare quella costruzione e la stessa avventurosa ricerca ma, sopra ogni cosa, deve ringraziare se stesso. Lui ha scavato, lui è rimasto lontano dalla propria famiglia per mesi interi, lui ha affrontato il buio e il senso di soffocamento, lui ha mangiato polvere e forse anche paura.


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Tutto questo per uno scopo, sicuramente, qualunque esso sia, ma lui lo ha compiuto.


La stessa cosa la state facendo voi anche solo nel momento in cui porgete una domanda. Siete alla scoperta di quell’illuminazione. Che vi verrà data dopo che voi avrete innescato l’accensione del meccanismo.

Ecco quindi che vi rispondo – Prego! – o – Non c’è di che! – per tutti i vostri – Grazie – ma guardatevi allo specchio, intensamente. Osservate quel viso e, con amore, rivolgete anche a lui e a quello sguardo, la parola – Grazie -.

E non scordate nemmeno di ringraziare queste forze elettromagnetiche che avete smosso. stanno lavorando per voi.

Ottimo lavoro.


photo romatoday.it – cometemporary.it – angelicavonderstrassen.com – immagini.4ever.eu

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