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Aprile

Con la fine di Marzo, l’Ariete ha spalancato finalmente le porte di un nuovo ciclo vitale principiando la creazione, quella di un mondo e una natura nuovi.

Ecco dunque iniziare Aprile, il cui nome è la traduzione dal latino aprilis, che secondo alcuni deriverebbe dal greco Aphrodite. Sebbene questa ipotesi compaia negli scritti di certi studiosi del passato, sembrerebbe più vera e maggiormente documentata la tesi che il nome del mese derivi invece da aperit, aprire. La stagione primaverile alla quale il mondo si è affacciato, infatti, fa sbocciare ogni cosa, aprendo il ventre della Madre Terra per consentire alla vita di uscire in tutto il suo rinnovato splendore.

E Aprile è davvero mese di apertura. L’osservazione attenta del cosmo, della natura e di ciò che ci circonda ci rimanda l’immagine di uova che si schiudono nei nidi degli uccelli, di fiori che sbocciano ovunque e sempre più numerosi e profumati, di cuccioli che escono dalla tana insieme alla madre per imparare a scoprire la vita, e molto altro ancora.

orso primavera

Tutta questa esplosione vitale si rispecchia immancabilmente e inevitabilmente anche dentro di noi, che ne siamo consapevoli o meno. Si traduce nella voglia prorompente di trascorrere giornate all’aria aperta, di diventare testimoni attivi di quella rinascita gridata a squarciagola da tutto il Creato. Ci apriamo alle possibilità che la vita ci offre e sentiamo il bisogno di indossare abiti che rispecchino il nostro stato di freschezza interiore, per allinearci ulteriormente con ciò che accade intorno a noi. Il Padre Celeste, il Sole, reclama le sue creature: ci invita senza mezzi termini a godere del suo calore e della sua luce, e non a caso. In questo periodo, infatti, i suoi raggi non sono aggressivi come quelli estivi, è il momento ideale per crogiolarsi al sole per tanto tempo, godendo dell’energia benefica, guaritrice e rinvigorente dell’astro-padre del nostro Sistema Solare.

sole aprile2

Nel nostro calendario, Aprile è il quarto mese dell’anno, associato dunque al numero quattro, che in tutte le antiche tradizioni ha sempre rappresentato la terra, la sua stabilità e tutte le caratteristiche che a questo elemento competono. Non a caso, dunque, questo mese è dedicato alla rinascita della terra, agli alberi che rifioriscono. Quattro sono i punti cardinali che determinano lo spazio del cosmo, rappresentati simbolicamente da una croce. Tale croce era iscritta in un cerchio nelle antiche simbologie, e in questo modo rappresentava la Ruota dell’Anno,  le quattro stagioni. Quattro sono pure gli elementi del cosmo (aria, acqua, terra, fuoco) e le quattro età della vita (infanzia, adolescenza, maturità, vecchiaia).

Presso i pellerossa, Aprile era conosciuto come luna delle covate, luna del mare, luna dei fiori o luna delle foglie tenere.

salice

Dal 15 aprile al 12 maggio il calendario arboricolo Ogham dei Celti era segnato dal Salice, albero legato alla magia, agli incantesimi e alla luna. Presso i popoli mediterranei, era  dedicato a Persefone, Circe ed Ecate, dee lunari; più tardi fu associato alle streghe.

L’animale accostato a questo mese è la lepre, da sempre associato alla resurrezione, poiché possiede un forte potere rigenerativo grazie alla sua straordinaria fertilità. I significati che la lepre incarna parlano molto delle festività e delle celebrazioni che si sono susseguite nella storia dell’umanità e che rispecchiavano le energie naturali, alle quali l’essere umano d’un tempo era allineato.

lepre

E’ in questo mese che si colloca solitamente la Pasqua, che non fa altro che riprendere e riunire sotto lo stendardo cristiano festività, credenze e usanze del mondo antico. La Settimana Santa che precede la Pasqua comincia con la Domenica delle Palme, quando la popolazione accoglie Gesù sventolando rami di palma. E’ interessante notare che questa pianta era chiamata phoînix dai Greci: proprio come la fenice che rinasceva miracolosamente dalle sue ceneri, la palma era simbolo del divino splendente, emblema della vittoria sulla materia.

Lo stesso uovo associato al periodo pasquale è un ricordo di antiche mitologie in cui esso rappresentava la nascita del cosmo; l’Universo stesso è racchiuso in esso, poiché tutto in natura nasce da una forma ovale (per approfondire, puoi leggere il mio articolo “L’uovo della rinascita“).

uova

La Pasqua ha data variabile: cade infatti vicino alla luna piena sotto il segno dell’Ariete, proprio per la sua potenza e la promessa di resurrezione insite in essa. La stessa parola “Pasqua” significa “passaggio, transito“: quello da uno stato (materiale) a un altro (divino), da una stagione a un’altra, da un ciclo vecchio a uno nuovo, ma anche da un piano di coscienza a un altro più elevato, cristico. Ci viene chiesto di lasciar morire in noi ciò che non serve, ciò che appesantisce, per risorgere a donne e uomini nuovi.

Una menzione particolare meritano le tradizioni legate al Giovedì Santo, che derivano dalla ritualità pagana dedicata al dio Adone. I Greci lo onoravano preparando i cosiddetti “giardini di Adone”, ceste o vasi riempiti di terra in cui seminavano grano, orzo, lattuga, finocchi e varie specie di fiori che il calore del sole primaverile faceva germinare rapidamente. Esse, tuttavia, non mettevano radici e finivano per appassire presto e, dopo otto giorni, venivano gettate in mare o nelle sorgenti insieme alle statuette dedicate al dio, affinché propiziassero il rinnovamento della natura.

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Dettaglio della scultura Venere e Adone, Antonio Canova. Foto tratta da lindisponente.it


Adone era venerato in tutto il Mediterraneo, ma assumeva nomi differenti a seconda della zona. I numerosi dei che risorgono in questo periodo sono collegati alla rinascita del sole. La Siria, per esempio, aveva Tammuz, che scendeva negli inferi per risorgere mesi dopo. C’erano poi il dio Mithra, Osiride per gli Egizi, Cibele e Attis nella Frigia, e Gesù.

L’energia equinoziale di marzo ci ha parlato di equilibrio tra luce e buio. Allo stesso modo, nei mesi primaverili c’è equilibrio tra altre due polarità, il maschile e il femminile, e anche questo è ben rappresentato dai miti arcaici: il dio fanciullo ritornava dal regno dei morti, ma era la dea fanciulla a riportarlo alla vita.

Josephine Wall

Dipinto di Josephine Wall


E’ Iside a resuscitare Osiride (per approfondire, leggi il mio articolo “Iside e Osiride, un mito di resurrezione ed equilibrio“) e per Tammuz lo stesso compito spettò a Ishtar. Maschile e femminile, dunque, si fondono per condurre alla Resurrezione divina. Ne emergono déi trasformati, non più legati alla materia, ma al mondo dello spirito.

Nonostante l’etimologia di Aprile abbiamo visto rimandare all’apertura, vale la pena approfondire l’ipotesi che derivi dal nome della dea Afrodite. Ella, come ci racconta la mitologia, fu legata al dio Adone, motivo che spinge a credere che la derivazione etimologica col nome dalla dea greca non sia del tutto infondata. E’ ormai risaputo, infatti, che molta della cultura antica legata al culto della Dea Madre fu rifiutata, infangata e cancellata dall’avvento del patriarcato. Le divinità femminili vennero sostituite da quelle maschili e persero il loro valore, finendo per rispecchiare ciò che la mentalità nascente dell’epoca voleva dalla donna. Le dee allora divennero subordinate agli dèi, descritte come mogli devote o vendicative, spesso frivole.

Venus ~ Original Painting ~ Lindsay Rapp Artist – Lindsay Rapp Gallery

Venus, Lindsay Rapp


Afrodite, nella sua accezione più antica, parla molto delle energie del mese di Aprile: è la dea della fertilità, madre della creazione, vergine dall’eterna bellezza. Anticamente era associata alla magia delle erbe ed era molto simile a Ishtar e Astarte, anch’esse legate al periodo di resurrezione primaverile come abbiamo visto. I simboli a lei associati erano indossati dalle sacerdotesse durante i riti di primavera, elargiva benedizioni ai ventri femminili ed evocava la promessa della vita. Era lei a bagnare la terra con la rugiada del mattino, che secondo l’antica saggezza era portentosa soprattutto per curare l’infertilità. A lei si accompagnavano sempre la bellezza, i fiori, la crescita, la gioia e l’amore che genera la vita. Non stupisce, dunque, che il mese appena cominciato fosse associato a lei.

A proposito di celebrazioni della vita, Aprile si conclude con la notte di Valpurga, collocata fra il 30 aprile e il 1° maggio. Questo momento magico segnava fra i Celti il passaggio alla bella stagione; era una notte di veglia, come un capodanno primaverile, e si susseguivano danze e banchetti dall’atmosfera orgiastica. Si aspettava l’alba, quando si sarebbe dato inizio alla festa di Beltane, importante celebrazione della natura e del potere creativo della coppia divina, che si sarebbe protratta per diversi giorni (per approfondire, leggi il mio articolo “Beltane, Floralia e Calendimaggio: tre nomi per una festività“). Sulla notte di Valpurga vegliava anticamente la Grande Madre della fertilità, ma in epoca cristiana questa notte divenne raduno di streghe e stregoni.

toro segno zodiacale

Per concludere, ad Aprile principia il segno zodiacale del Toro, il cui elemento è proprio la terra. Col Toro la primavera trionfa, egli è solido, stabile e forte come l’animale che lo rappresenta. L’energia di questo segno è feconda e genera frutti, è governata da Venere genitrice, Madre Natura. Le corna taurine sono fin dagli albori della civiltà simbolo lunare associato al ventre materno e alla femminilità. Chi è nato sotto questo segno si caratterizza per la sua profonda sensualità: ama vivere in questo universo, odorarlo, assaggiarlo, toccarlo, vederlo, sentirlo. La sete di vivere è radicata nel suo temperamento e può esprimersi in una vita dedicata al piacere e alle passioni oppure a uno straordinario impegno nel lavoro. Il toro in quanto animale simboleggia l’origine del mondo, supporto alla creazione; è lui a mettere in moto l’universo e così possiamo fare anche noi, agendo nella nostra realtà materiale e lavorando nel mondo dello spirito per infondere rinascita e resurrezione nelle nostre vite.




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